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Incontro con Pietro Lampis

Nel mio girovagare per l’Italia (portando con me la mia paziente moglie – grazie !), eccomi al consueto appuntamento estivo che mi ha portato a conoscere di persona uno dei “fondatori” di questo ameno luogo, il nostro blog.

Ora, so bene che siamo tutti relativamente collegati via i vari strumenti informatici, ma vuoi mettere incontrare di persona la gente con cui parli da anni ?

Ho conosciuto Pietro con il patrocinio, sempre presente, di Paolo (Bellinazzi ndr). Pietro abita tra Marche e Emilia Romagna, in un piccolo paesino, sperduto tra le collinette di queste due bellissime regioni. Man mano che scorre il paesaggio per arrivare da lui, pur ammirando la bellezza del luogo, il pensiero va alla sua Topolino:

“Ma come cavolo fa a fare salite al 14% con una Topolino ?”

E in effetti, partendo da Rimini e andando verso Urbino, mi passano sotto braccio diverse salite, roba da Giro d’Italia, durissime persino per la meccanica moderna della mia auto da viaggio. Incontro un paio di moto che, salendo, mi tirano addirittura la volata. Gente che conosce molto bene il luogo – vedendo come affrontano senza esitazione i vari dossi.

Le due moto mi fanno compagnia fino in cima a una delle colline e a Gemmano, dove entrambi si fermano e nell’entrare in una casa privata mi lanciano uno sguardo e una risatina. Mi dico: “Ho come l’impressione che si siano divertiti”.

Cerco la casa di Pietro e dopo una telefonata per capire dove risiede, sento una voce dall’alto: “Livioooo !!”.

E’ Pietro (non San Pietro, anche se potrebbe essere), che e’ addirittura arroccato piu’ in alto che Gemmano “di Sopra”.

Pietro ha un locale con due garage abbastanza grandi e un piccolo appartamento accanto: una specie di paradiso per chi ama le vetture e a cui poco importa il confort di un appartamento. Ha una vista mozzafiato sulle colline intorno e, posti nei sue due box, due gioielli: una Fiat Topolino 500c prima serie e una 500a furgonata in fase di restauro.

Pietro (a destra) e la sua 500A furgonata

Purtroppo la mia visita sara’ di “sole” 3 ore: ma tanto e’ bastato per capire che avremmo potuto parlare per una settimana delle tante cose che Pietro modifica, costruisce, elabora e rettifica nella sua officina.

Traspare tanta ingegnosita’ nel suo pensiero e negli oggetti che tratta. Siamo in presenza di una persona che non conosce limiti: meccanica, carrozzeria, particolari, niente e’ precluso. Il tempo e’ l’unica cosa che, malgrado tutto, limita il nostro Pietro.

Perche’, non scordiamoci, Pietro non fa tutto cio’ come mestiere; tutto questo e’ unicamente passione.

La collezione di plastiche di Pietro, che non lascia niente al caso. In questo caso intento a riprodurre le frecce della sua furgonata.

Nel suo garage una miriade di progetti in evoluzione: mi mostra differenziali in mille pezzi, frecce a bacchetta di colori e forme diverse, motori piu’ o meno vecchi. Si discute di tutto e di piu’. Degli errori commessi e dei successi nel costruire pezzi oramai impossibili da reperire.

E, neanche a dirlo, e’ questo quello che ci insegna Pietro –

tutto si discute, tutto si osserva per capirne pregi e difetti nella ricostruzione

Il tutto condito da grande modestia e rispetto per quello che si analizza: si argomenta e si impara tanto da questi “dibattiti”.

Pietro mi mostra la sua 500A furgonata in pieno restauro e me ne elenca i vari passaggi nella sua completa ricostruzione. Le varie vicissitudini e il lavoro giornaliero sembrano un po’ rallentarlo nel suo grande lavoro: guardando la sua Topolino e conoscendo un po’ meglio la persona, capisco che, nella sua modestia – non si sta rendendo conto dell’impresa che sta realizzando.

La sua 500A furgonata e’ un relitto che sta risorgendo dal nulla cosmico. Un’impresa fuori dal comune che si addice al personaggio.

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