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Incontro con Paolo Bellinazzi

Paolo, nel regalarmi il suo libro “Fiat 500 Topolino – Tra carta e realtà” ha dedicato il volume scrivendo “A Livio, perché la passione per la Topolino è una cosa seria”. La dedica “seria” ma non seriosa non rispecchia solo la speranza -non troppo nascosta- di Paolo che io faccia un buon lavoro sulla mia Topolino: no, toglie ogni dubbio sulla persona di Paolo Bellinazzi.

Il libro di Paolo Bellinazzi

Nel restaurare questa piccola vetturetta per la quale Paolo esprime, non da adesso, grande pazienza al limite dell’accanimento, ho avuto la possibilità di incontrare diverse persone. Nel bene e nel male, i diversi social networks, permettono agli innamorati delle quattro ruote, di condividere conoscenze, osservazioni e documentazione.

Ho avuto a che fare con Paolo, sin da subito, senza prestargli troppa  attenzione: proprio il suo sito zeroa.it proponeva e propone tuttora i vari volumi d’epoca per la riparazione e la conoscenza della propria Topolino. Ho liquidato all’epoca, sin da subito e superficialmente, il sito – perché tutto era gratuito e il personaggio in questione non chiedeva niente in cambio. Il male della nostra epoca, probabilmente, tradotto in poche parole, è presto detto: il sospetto che si faccia qualcosa per averne in cambio un profitto scredita le persone sin da subito, invece di qualificarle.

Non ho fatto molta strada su Facebook, senza che Paolo mi contattasse, per sapere come stavo procedendo sulla mia Topolino in fase di restauro. Intanto, da buon Topo-evangelista mi ha convinto a effettuare un restauro, come dice lui “coerente”. Parola molto diversa dalla frase che si legge più spesso sui forum ecc: il dettaglio/colore/accessorio “è ammesso” o meno. Ecco che la differenza tra un appassionato e un ossessionato mi  è apparsa, allora, evidente: un appassionato, restaura per gli altri e influenza chi gli sta intorno con la sua visione, coesa, precisa, documentata. Un ossessionato, restaura per se stesso; ossessivamente cercando il dettaglio, molto spesso giudicando il lavoro degli altri.

Quale dei due approcci è giusto, non sta a me a dirlo. Fatto sta che se si è coesi, si è naturalmente portati ad un restauro conservativo, senza denaturare, non solo l’oggetto ma la sua stessa storia.

Ho avuto poi modo di incontrare Paolo personalmente: il suo garage nei pressi di Ferrara traduce, praticamente, tutto quello che mi ha detto in questi mesi. Una raccolta di dettagli di ogni tipo, di ogni genere, in un’apparente confusione generale: invece, neanche a dirlo, la persona di confuso non ha proprio niente.

Il dettaglio X, il dettaglio Y, ha senso nel suo contesto, nella sua armonica presenza su questa o quella Topolino. Nel frattempo, discutendo con Paolo, si ha la chiara impressione, che non ha senso dibattere facendo sfoggio di conoscenze. Non perché, la sua personalità sappia tutto e subito sulla Topolino, auto tanto semplice quanto complessa: ma perché si è consapevoli che la conoscenza è basata sul dibattito e il confronto.

Ed ecco che il libro di Paolo -una raccolta piuttosto unica di cartoline, foto, pubblicità d’epoca- acquista tutto il suo senso. Il documento, l’archivio, l’immagine sono la memoria e la testimonianza del vissuto; il recupero e il restauro di questa documentazione permette di confrontare e fornire una base oggettiva alle varie scelte di restauro.

Delle scelte che, così facendo, saranno non soltanto giuste. 

Ma soprattutto – 

coerenti.

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