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La stagnatura originale sulla Fiat Topolino 500c – e alcune considerazioni

Come avete potuto leggere su altri post, la stagnatura e’ un eccellente metodo alternativo allo stucco per colmare le parti di carrozzeria che hanno bisogno di essere lavorate. Lo stagno, colma le asperita’, garantisce tenuta nel tempo e, non ultimo, permette al ferro su cui viene applicato di non ossidare, evitando di creare le pre-condizioni per la ruggine.

Se avete imparato il suo uso, capirete che:

  1. Non e’ di semplice applicazione a causa della temperatura di lavorazione da tenere costante per tutta la durata dell’operazione
  2. Con un costo di poco superiore ai 30 euro/ kgs, lo stagno non e’ certo “gratuito”
  3. Quando e’, infine, applicato, la lavorazione e’ meno agile che lo stucco moderno dovendo ripassare su ogni elemento piu’ volte per ottenere un risultato adeguato

Dunque, alcune domande sorgeranno spontanee a chi ci legge:

Perche’ impelagarsi in un lavoro cosi’ difficile come la stagnatura se fondamentalmente gli stucchi moderni fanno altrettanto bene ? Inoltre, a carrozzeria finita, chi potra’ apprezzare il lavoro fatto ?

In altre parole – il gioco vale la candela ?

Beh – a questa domanda potrete rispondere soltanto voi stessi avendo fatto le dovute considerazioni.


Alcune considerazioni

  • La Topolino e’ nata in un’epoca in cui gli stucchi chimici cominciavano ad apparire sul mercato – e quando c’erano, le loro capacita’ di tenuta erano limitate alla sola finizione. Il risultato e’ che in fabbrica, la scocca veniva prima saldata con gli elettrodi (saldatura MAG) – che non garantivano una precisione adeguata: questa imprecisione veniva compensata con l’uso dello stagno che aiutava a colmare e livellare le maggior parte delle asperita’ della carrozzeria.
  • La Fiat Topolino e’ una vettura d’epoca, che rappresenta piu’ un monumento storico che un’auto ai giorni nostri. Restaurarne una significa fare veramente un atto d’amore verso questo veicolo (visti i costi di ristrutturazione, il valore pecunario dell’auto e la mancanza, talvolta, di documentazione adeguata). Non solo; restaurarne una significa aver capito con che si ha a che fare e quindi decidere che genere di restauro si vuole intraprendere. “Vogliamo restaurarla nel pieno rispetto dell’oggetto ?”. Insomma, se usiamo lo stagno (come sull’originale), invece che lo stucco stiamo seguendo una filosofia, che i padri di quest’auto avevano deciso. Il paragone che dovete avere in mente e’ quello che si fa con un moumento storico. Chi oserebbe restaurare una chiesa del 600 con del cemento armato ?
  • C’e’ in tutto questo anche il fattore logistico/monetario. Stagnare la carrozzeria, saldarla, lavorarla implica – se non lo fate in prima persona – trovare un carrozziere capace e coraggioso che voglia completare il lavoro con questo metodo. Metodo che fara’ aumentare considerevolmente le ore di lavoro impiegate sulla monoscocca
  • La stagnatura al di fuori delle zone “stagnate” in fabbrica e’ una scelta ancora piu’ discutibile. Se infatti, stagnare come sull’originale vi dara’ la soddisfazione di aver riportato l’auto esattamente come quando uscita dalla fabbrica – stagnare altre parti e’ propriamente un surplus. Soprattutto sapendo che nessuno potra’ apprezzarne l’esigenza. Ebbene, mi tocca in questo caso citare cosa diceva l’apprezzato inventore/fautore di tanti prodotti dell’informatica dei giorni nostri e lasciarvi le relative conclusioni:

Un falegname che costruisce un bel cassettone non usa un pezzo di compensato per la parte posteriore, nemmeno se questa è appoggiata al muro e nessuno la vedrà mai. Siccome sappiamo che è lì, useremo per il retro un bel pezzo di legno. Per poter dormire bene la notte, bisogna essere sempre coerenti fino in fondo nel perseguire un’estetica e una qualità perfette.”

— Steve Jobs


Insomma, per essere coerente, dove devo stagnare ?

Passando al concreto, questi sono i luoghi dove le nostre Topolino sono stagnate. Le linee rosse indicano fino a dove si spingeva la materia di compensazione.

  • All’incrocio tra la la traversa superiore, montante posteiore e parabrezza – subito sopra la porta
  • A livello della coda, tra attacco cappotta e parafango posteriore
  • Alla base del parabrezza, tra parafango anteriore e cofano:

Un esempio del lavoro effettuato sul primo montante, confrontato con il montante destro ancora non finito – e la stessa procedura alla base del parabrezza:

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